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"Ho 19 anni ma ne ho vissuti 18. La pandemia me ne ha rubato uno e nessuno me lo restituirà. È terribile scriverlo nero su bianco perché ogni volta mi sento uno schifo anche solo per averlo pensato, la gente muore da sola in ospedale ed io mi sento derubata perché io non posso andare a scuola o uscire il sabato sera. Mi continuo a ripetere che non è una gara a chi sta peggio, che ho il diritto di provare le emozioni che sto provando, eppure non posso fare a meno di sentirmi egoista. Egoisti. Questo appellativo ci è stato attribuito molte volte, alla mia generazione intendo. ""Questi giovani non rispettano le regole"", eppure gli unici che vedevo con la mascherina sotto al naso non avevano meno di 50 anni e se la prendevano con te se glie lo facevi notare. Egoisti. Il mio ultimo anno, quello che più attendevo, mi sta sfuggendo via dalle mani. Pensare questo mi rende forse egoista? Di certo non mi impedisce di essere cosciente che certe misure siano necessarie. ""Tua nonna è cresciuta con le bombe che le piombavano in testa"". L'assenza di guerra non mi libera di certo della condizione umana. Noi chiediamo solamente di smettere di essere invisibili. Ansiosi. Depressi. - Ho la presunzione di credermi la portavoce di chiunque"
“Ci troviamo nella dittatura del politicamente corretto”. Una dittatura in cui vengono trattati su canale cinque il venerdì in prima serata temi che riguardano minoranze marginalizzate e discriminate con una superficialità aberrante (accompagnando il tutto con slur xenofobi) ma un artista viene censurato sulla rete nazionale per voler citare politichə omofobə che brucerebbero i figli nei forni se fossero gay. “Non si può più dire niente”. Non avete idea di quante volte ho sentito questa frase. Non è che non si può più dire niente, non si poteva dire nemmeno prima, è solo che dopo decenni di proteste la nostra voce è finalmente diventata un pelino più udibile. Non è che non si può dire niente, si può dire tutto se si è informati. Non mi metto a discutere con un astrofisico di buchi neri se la mia unica informazione a riguardo è la definizione di Treccani. Non mi metto a discutere con una persona nera di come ləi dovrebbe reagire alle discriminazioni perché io non le subisco e quindi non posso avere una reale conoscenza del fenomeno. Mi siedo lì in silenzio, ascolto ed imparo. E devo fare questo perché l’ignoranza è una responsabilità, non una giustificazione e soprattutto non un diritto. Libertà d’opinione non significa libertà all’ignoranza... [clicca qui]